Chi può utilizzare il bonus? Chiunque acquisti mobili e grandi elettrodomestici nuovi entro l’anno e, come detto, abbia avviato lavori di ristrutturazione edilizia a partire dal primo gennaio 2017.
Cos’è il bonus mobili e come lo puoi utilizzare
Chiunque abbia iniziato un intervento di ristrutturazione dal primo gennaio 2017 può utilizzare un bonus fiscale per acquistare mobili ed elettrodomestici entro il 31 dicembre prossimo. Si tratta di una detrazione Irpef del 50% su una spesa massima di 10mila euro. L’importo verrà rimborsato in dieci rate tramite la dichiarazione dei redditi a partire dall’anno successivo a quello dell’acquisto. Quindi dal 2019, per chi farà spese quest’anno. Di fatto, è una proroga del bonus mobili già in vigore da anni (fu introdotto con il decreto legge n. 63/2013) confermato dall’ultima legge di bilancio insieme ad altre agevolazioni sulla casa, come ecobonus, bonus ristrutturazioni e sismabonus. Sparito, invece, il bonus mobili per le giovani coppie.
Chi può utilizzare il bonus?
Chiunque acquisti mobili e grandi elettrodomestici nuovi entro l’anno e, come detto, abbia avviato lavori di ristrutturazione edilizia a partire dal primo gennaio 2017. Quindi non vale per l’acquisto di mobili tout court ma dev’essere collegato a un intervento del secondo tipo.
Possono richiedere il bonus tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) residenti in Italia e all’estero e ai titolari di società i cui redditi siano assoggettati all’Ires. Dai proprietari agli usufruttuari, dai nudi proprietari agli affittuari fino ai titolari di contratti in comodato d’uso, imprenditori individuali, società semplici, in nome collettivo, in accomandata semplice e soggetti equiparati, imprese familiari con le stesse modalità degli imprenditori individuali.
Il bonus mobili spetta anche al coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado sempre se conviventi con il proprietario o con chi possiede dell’immobile oggetto della detrazione.
Qual è il limite?
Il tetto è di 10mila euro – a prescindere dall’importo totale – e riguarda la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio che è in fase di ristrutturazione. Esatto: significa che il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto più volte al beneficio.
Cosa si può acquistare per averne diritto?
Mobili nuovi e grandi elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A+ (A per i forni), se le apparecchiature prevedono l’etichetta energetica. Quanto ai mobili si parla, fra gli altri, di letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, comodini, poltrone, materassi e apparecchi di illuminazione che siano necessario completamento dell’arredo. No, invece, a porte, pavimentazioni, tende e tendaggi o altri accessori.
Quanto agli elettrodomestici, la norma limita appunto il beneficio all’acquisto delle tipologie dotate di etichetta energetica di classe A+ o superiore, se per quelle tipologie è obbligatoria l’etichetta energetica. Se non hanno etichetta energetica si può fruire della detrazione solo se per quel tipo di apparecchi non sia ancora previsto l’obbligo. Fra i prodotti frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde, apparecchi elettrici di riscaldamento, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento.
Si possono detrarre anche trasporti e montaggio?
Sì, nell’importo delle spese sostenute possono essere considerate anche quelle di trasporto e di montaggio dei prodotti acquistati, purché siano state sostenute con le modalità di pagamento richieste per fruire della detrazione (bonifico, carte di credito o di debito).
Come ottenere la detrazione?
Anzitutto, effettuare i pagamenti con bonifico bancario o carta di debito o credito. No ai contanti, agli assegni o altri mezzi. Se il pagamento è disposto con bonifico bancario o postale ordinario non è necessario utilizzare quello (soggetto a ritenuta) predisposto da istituti di credito e Poste per le spese di ristrutturazione edilizia. Va bene anche se si paga con finanziamento a rate, a patto ovviamente che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità prima indicate e il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento.
Quali documenti occorrono?
Bisogna conservare l’attestazione del pagamento (ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione, per i pagamenti con carta di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente) e le fatture di acquisto dei beni che riportino la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti oppure lo scontrino che riporti il codice fiscale dell’acquirente sempre con l’indicazione della natura, della qualità e della quantità dei beni acquistati. Rispettando queste prescrizioni la detrazione può essere fruita anche nel caso di acquisti effettuati all’estero. Qui tutte le informazioni.
Oltre agli acquisti, occorre ovviamente provare che i lavori edili siano stati davvero eseguiti nell’immobile. Servono dunque numerosi documenti: la domanda di accatastamento nel caso in cui l’immobile non sia stato ancora censito, la copia dei pagamenti Ici e Imu, la copia della delibera dell’assemblea condominiale che ha approvato l’esecuzione dei lavori, la copia della dichiarazione di consenso del possessore dell’immobile all’esecuzione dei lavori, la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà con l’indicazione della data di inizio dei lavori e il tipo di interventi realizzati che rientrano tra quelli agevolabili, la comunicazione all’Asl da spedire tramite raccomandata a/r con l’indicazione dei dati di chi ha commissionato il lavoro, la tipologia dell’intervento, i dati dell’impresa esecutrice dei lavori e la data di inizio lavori.
Con questo carico di carte ci si può rivolgere ai Caf aderenti alla Consulta nazionale per l’applicazione dei bonus nella dichiarazione dei redditi 2019. Consulta nazionale, Federlegno Arredo e Federmobili hanno infatti sottoscritto anche un protocollo di collaborazione per monitorare annualmente gli acquisti attraverso l’utilizzo del bonus mobili, aggiornando e fornendo dati sull’andamento di un settore centrale per l’economia italiana.
“Il rinnovo dell’accordo con i Caf ci consentirà di avere dati certi sull’utilizzo del bonus mobili, uno strumento che sin dalla sua attivazione ha dimostrato la sua efficacia, muovendo acquisti per un totale di 4,5 miliardi di euro e interessando circa 280mila contribuenti nel solo 2016 – ha spiegato Emanuele Orsini, presidente Federlegno Arredo – e il bonus ha portato benefici anche allo Stato. Il mancato gettito Irpef dovuto all’incentivo fiscale è stato compensato da un gettito Iva aggiuntivo di 252 milioni nel 2016. Il prossimo passo sarà quello di renderlo strutturale”.
Fonte: WIRED.it